È tristemente semplice individuare un disabile su una sedia a rotelle 🧑🏻🦽.
Così come non abbiamo problemi a riconoscere un non vedente (o ipovedente) 👩🏼🦯.
Ma la stragrande maggioranza dei disabili sono “invisibili”.
Oggi, 3 dicembre, è la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità e vogliamo parlarvi di queste persone con esigenze legittime, essenziali ma non visibili.
Cosa vuol dire?
Che i problemi di salute, anche molto gravi, di queste persone, sfuggono alla nostra percezione. Nella foto di copertina, scattata in un aeroporto, si invita a non giudicare chi entra in un bagno dedicato ai disabili. Molti potrebbero infatti confondere la necessità con la maleducazione.
Viene stimato che l’80% delle disabilità sia proprio di questo tipo, si fa un’enorme fatica a riconoscerle e per questo a comprendere le necessità di chi ne soffre.
Nella vita di tutti i giorni qualcosa si muove, un disabile che appartiene a questa categoria può ad esempio richiedere la European Disability Card, una tessera rilasciata in Italia dall’INPS agli aventi diritto, che consente di essere identificabile come disabile all’istante (senza dover stare a produrre altra documentazione a riguardo).
La card vale anche all’estero, sicuramente nello spazio comunitario, ed è molto utile per esigenze di vario genere (dal diritto al posto a sedere sui mezzi, all’utilizzo dei bagni dedicati, al saltare una fila in aeroporto ecc…).
Ci sono anche delle associazioni no profit che si battono per questi temi come ad esempio Hidden Disabilites Sunflower (hdsunflower.com). Nella loro pagina dedicata vengono descritte le principali disabilità invisibili e ne sono elencati i sintomi, le esigenze dei malati e quant’altro per migliorare la sensibilità delle persone su questo tema.
Viene qui promossa l’immagine del girasole come segno distintivo delle persone disabili “invisibili”.
Tralasciando il principale e fondamentale aspetto morale della faccenda, cosa c’entra tutto questo con la sicurezza sul lavoro?
Tantissimo.
Nella normativa si parla sempre di “SALUTE e sicurezza” nei luoghi di lavoro. Ricordiamoci del nostro articolo 20 del D.Lgs. 81/08 che ci obbliga a “… prenderci cura della nostra salute e sicurezza e di quella delle ALTRE PERSONE presenti sul posto di lavoro su cui possono ricadere gli effetti delle nostre azioni o omissioni…”.
Se parcheggi la macchina sui posti aziendali dedicati ai disabili pensando: “ci metto solo 2 minuti”, se vai nei bagni dedicati a loro pensando: “non ne vedo in giro di disabili”, se lasci sulle vie di circolazione interne o esterne merci, materiali o attrezzature pensando: “tanto la gente ci passa”, non ti stai prendendo cura delle persone che non hanno le tue stesse capacità di vedere, deambulare, sentire i pericoli, ecc.
E di questi esempi ce ne sono purtroppo tantissimi.
Alcuni colleghi che giudichiamo “pigri”, magari in realtà stanno solo tirando un po’ il fiato perché si stancano molto più di noi. Altri che vanno più frequentemente al bagno non è detto che vogliano imboscarsi o che abbiano necessariamente problemi alla prostata, così come chi chiede di non schiamazzare non è detto che sia un asociale. Anche di questi esempi ce ne sarebbero a decine.
Aumentiamo la nostra sensibilità su questi temi; possiamo sempre diventare persone migliori.
Il Decreto 81 dovrebbe essere l’ultimo dei motivi per cui lo facciamo.
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